Theo Hernandez torna a parlare del Milan e lo fa in maniera decisa. Il terzino francese, oggi all’Al Hilal, ha svelato alcuni retroscena importantissimi legati alla sua cessione durante la scorsa estate.
Theo si è raccontato in una lunga intervista esclusiva per La Gazzetta dello Sport, nella quale non ha nascosto quella che sarebbe stata la sua volontà: rimanere al Milan. Si arrivò poi al suo opposto, stando alle sue parole, a causa di un dirigente (Furlani) che lo ha spinto alla porta.
Svelate anche altre verità legate a Maldini, oltre ad un pensiero su Leao e sulla questione rinnovo di Maignan. Infine, Theo Hernandez risponde anche ad una domanda relativa ad un possibile ritorno al Milan in futuro. Di seguito uno stralcio delle sue parole.
Theo Hernandez Milan: le sue parole e i retroscena sull’addio
HA INCONTRATO IL MILAN? “Sì, prima della partita con il Napoli. Quando andai via non riuscii ad abbracciarli tutti come avrei voluto. Mi dispiace che abbiano perso. Ho detto ‘bravo’ a Bartesaghi, che si merita tutto, e abbracciato Modric, con cui ho giocato a Madrid. Un genio: è di un altro livello”.
HA INCONTRATO ANCHE I DIRIGENTI? “Allegri, Tare e Ibra. Furlani non si è fatto vedere”.
NON SAREBBE MAI ANDATO VIA? “Mai. La mia priorità era restare”.
LO SCORSO GENNAIO RIFIUTÒ IL COMO? “Il mio agente non me ne ha mai parlato. Dicevano che avessi chiesto cifre esorbitanti per il rinnovo, che spingessi per la cessione… tutto falso”.
Il SUO POST D’ADDIO FU POLEMICO: “LA DIREZIONE CHE HA PRESO IL CLUB E ALCUNE DECISIONI NON RISPECCHIANO I VALORI E L’AMBIZIONE CHE MI HANNO PORTATO QUI”… “È la verità. Quando sono arrivato c’erano Massara, Boban e Maldini, il mio idolo. Ibra è un top, ma dopo Paolo è cambiato tutto in peggio”.
LE CRITICHE DEI TIFOSI LE HANNO FATTO MALE? “Molto. So che ho commesso degli errori, come le espulsioni con la Fiorentina o col Feyenoord, ma siamo umani. Non ero sereno mentalmente e avrei potuto fare meglio, ma i tifosi sanno chi è stato Theo al Milan”.
SI È SENTITO ABBANDONATO DAL MILAN? “Avrei meritato un trattamento migliore. Non me l’aspettavo. Alcuni compagni mi spingevano a restare, ma quando un dirigente ti chiama e ti dice ‘se resti qui ti mettiamo fuori rosa’ io che cosa posso fare? Cerco altro”.
ERA STATO SCELTO GRAZIE A MALDINI… “Il giorno in cui mi ha chiamato per incontrarci è stato il più bello della mia vita sportiva. Mi raggiunse a Ibiza e parlammo di fronte a un’aranciata. Non volevo crederci. Se sono diventato ciò che sono, e anche il difensore del Milan con più gol, è grazie a lui. Tuttora siamo sempre in contatto. La sua maglia con dedica mi emoziona: ‘Theo, il mio degno erede’”.
IL SUO ADDIO L’HA SPIAZZATA? “Mi sono sentito spaesato. L’anno scorso io e Calabria ci presentammo a Milanello con la maglia di Paolo, a qualcuno non andò bene. Hanno strappato una bandiera per nulla. A parte Ibra, la mancanza di milanismo di sente”.
LEAO È UN CAMPIONE? “È fortissimo, ma ogni tanto ha la testa non si sa dove. In quegli anni io e lui, lì sulla sinistra, abbiamo fatto male a tutti, infatti non lo vedo bene come punta”.
MAIGNAN RINNOVERÀ? “Ha una situazione simile alla mia, e non è finita bene”.
SE IL MILAN VINCESSE LO SCUDETTO? “Festeggerei in mezzo ai tifosi”.
E SE LE CHIEDESSERO DI TORNARE? “Ora voglio vincere qui. Ma finché c’è certa gente non torno”.





