Presentazione De Rossi Genoa – Primi passi da allenatore del Genoa per Daniele De Rossi. L’ex centrocampista si è presentato nella conferenza stampa inaugurale della sua nuova avventura.
Tanti i temi toccati dal nuovo allenatore del Genoa, sia personali che legati alla piazza rossoblù. De Rossi ha molta voglia di rimettersi in gioco, dichiarandosi onorato di aver ricevuto quest’importante chiamata.
In ottica fantacalcio non emergono molti spunti, dato che De Rossi non ha avuto ancora moltissimo tempo per conoscere a pieno la squadra. Un dettaglio però spunta fuori immediatamente: la stima nei confronti di Malinovskyi, già a detta sua apprezzato ai tempi in cui si affrontavano in campo da avversari. L’ucraino (assente per squalifica in quest’11^ giornata) può confermarsi dunque un leader della squadra anche con il nuovo tecnico.
Presentazione De Rossi Genoa: tutte le sue parole
“Ringrazio la società per la fiducia. Diego Lopez è una persona che capisce di calcio. Grazie a Sucu e Blazquez, non vedo l’ora di iniziare”.
LA STRADA CHE TI HA PORTATO QUI? “È il destino che mi ha portato qui. A volte ci sono occasioni da non perdere assolutamente. Nelle ultime settimane, negli ultimi mesi ho avuto contatti con altre squadre. Per mesi ho avuto porte chiuse e poi a gennaio è arrivata la Roma. Tante altre volte ho avuto accostamenti, chiacchere e non si è fatto niente. Ora c’è il Genoa, che è una grande squadra. È un grande onore essere qua. Non dico bugie. Sono onorato, oltre che emozionato e carico. Questo ruolo credo vada ricoperto con onore e rispetto”.
UN PRIMO PENSIERO SULLA SQUADRA? “Devi essere consapevole di dove sei. Devi rapportarti al DNA della squadra e il Genoa di DNA ne ha da vendere. Io adatterò le mie idee al materiale tecnico che ho. Sono contento di loro, non del tempo che ho nel preparare la prima partita. Ho fretta di fare punti”.
CHE FIORENTINA TI ASPETTI DOMENICA? “Se avessi potuto scegliere una squadra da non affrontare era la Fiorentina. Ha giocatori che ti possono tirare fuori la giornata positiva anche nel momento non positivo. Ma anche noi siamo forti. Lo stadio sarà pieno e i ragazzi hanno un’eccezionale condizione fisica. Sarà un Genoa che ci farà ben sperare per il futuro”.
GUARDANDO LE PARTITE GIOCATE, CHE IDEA SI È FATTO DELLA SQUADRA? “È complicato per me parlarne perché si tratterebbe di valutare il lavoro di un collega. Se i punti fossero arrivati, io sarei ancora sul divano. L’errore più grande che possiamo fare è, in tre giorni, dar loro 100 notizie e cercare di risolvere le cose più importanti che, forse, sono mancate. Ma proprio guardando le partite non c’è stata nessuna squadra che ha schiacciato il Genoa. Aggiungo anche i piazzati che hanno penalizzato la squadra”.
L’AMORE DEI TIFOSI DI ROMA E BOCA JUNIORS? “A volte non me l’aspetto ma è bello. Ora sono concentrato sull’amore di un’altra tifoseria. La Roma è la storia di una vita, il Boca molto importante. Io però non voglio passare a Genova col Genoa così da spettatore che timbra il cartellino e se ne va. Mi farebbe piacere andarmene fra qualche anno con un’altra tifoseria che mi vuole bene”.
È VERO CHE DOVEVA ESSERE A BUENOS AIRES IN QUESTO WEEKEND? “Un motivo in più per cercare di vincere la prima all’esordio. Era tanto che non tornavo a Buenos Aires, meglio così. Sono contento così”.
IL GENOA A MARASSI NON HA MAI SEGNATO FINORA IN QUESTA SERIE A. COSA NE PENSA? “A volte ci sono delle coincidenze. È sintomo di quando le cose non vanno. È quello che serve per far riscoppiare l’amore dei tifosi del Genoa. Non penso sia un tabù mentale o un blocco. Ne abbiamo tante in casa per poter invertire la rotta”.
COSA VUOLE TRASMETTERE AL GENOA? “Penso che ogni allenatore trasmetta la propria maniera di vivere il calcio. Io trasmetto il mio modo di essere al Genoa. E do un’importanza vitale nel momento in cui lo faccio. So che poi le cose drammatiche della vita sono altre ma mi avvicino ai ragazzi giovani che dopo aver perso non è finito il mondo ma voglio vedere gente che, pur di non perdere, va oltre il proprio sforzo. So che il Genoa non è una tifoseria che dobbiamo portare dalla nostra parte. Non dobbiamo fare appelli ma portarli dalla nostra parte. Dobbiamo far tornare il Ferraris un inferno”.
UN ERRORE DI CUI HA FATTO TESORO? “Forse ci sarebbe bisogno di più tempo per rispondere o forse spegnere le telecamere. Errori ne ho fatti. Quando un errore lo fa un allenatore di poca esperienza viene tirato fuori. L’errore fa parte del nostro lavoro. Bisogna avere la fortuna di essere un tipo autocritico. Fanno parte della crescita dell’essere umano. Quando cresci cerchi di modificare i comportamenti“.
MALINOVSKYI ASSENTE CONTRO LA FIORENTINA: CHI AL SUO POSTO? “Sicuramente Malinovskyi non giocherà. Dovrà meritarsi il posto, anche se l’ho sempre apprezzato anche da avversario. Ma chi giocherà al suo posto farà la sua partita”.
HA SENTITO VOGLIA DI RIVALSA DA PARTE DI CHI HA GIOCATO MENO FINORA? “Io sono qua da due giorni e tutti vanno a mille. Tutti mi hanno dato disponibilità. Le criticità vengono fuori dopo quando uno gioca meno e ci sta. Ho apprezzato la loro voglia di entrare nella mia testa”.
L’ESPERIENZA AD OSTIA? “Sono ancora un dirigente. Dal primo giorno il patto sarebbe stato che se avessi trovato squadra sarei stato meno presente. Chi è lì sono persone che ho scelto io. Quel ruolo è importante perché ho iniziato a capire cosa passa nella testa di presidenti e dirigenti. Stare dietro la scrivania ti permette di capire come funziona il mondo dall’altra parte. Ho visto tanti allenatori all’altezza, come il nostro da cui c’era sempre qualcosa da imparare”.
FIN QUI, VEDENDO LE PARTITE, HA VISTO PIÙ UN PROBLEMA TATTICO O ALTRO? “Abbiamo guardato tutte le partite. Parto dall’ultima: ho visto una squadra viva. Quando si cambia un allenatore si crea uno scossone e col Sassuolo ho visto una squadra che mi è piaciuta e ha segnato nel recupero. Col Parma invece si è sbagliato il rigore. Segno che i dettagli fanno la differenza”.
QUESTA SQUADRA PUÒ GIOCARE CON IL 4-2-3-1? “Io penso che ogni squadra può giocare in qualsiasi modo. Questa squadra è stata costruita per giocare 4-2-3-1 e ha giocato in quella maniera. Col Sassuolo però mi è piaciuta. Ci sono margini per cambiare ma anche proseguire su questa strada”.
COSA TI HA CONVINTO DEL PROGETTO GENOA? “Il direttore innanzitutto. Dopo la SPAL, un grandissimo dirigente come Galliani ci disse a noi corsisti di Coverciano di non scegliere la squadra in base alla piazza ma ai dirigenti. Qui ho dei dirigenti con cui mi posso trovare bene. Ho sentito subito vicinanza e si potesse accendere quella relazioni che si basa sul rispetto dei ruoli”.
RIVITALIZZARE L’ATTACCO? “Sarebbe sbagliato parlare di due giocatori se ti riferisci all’attacco. Anche se un allenatore non è bravissimo ma ha una squadra brava in un’area e nell’altra fa punti. Arriveremo a fare tanti gol ma non perché si sono svegliati gli attaccanti“.





