
Un inizio di stagione da protagonista, dopo qualche critica iniziale per una forma fisica ottimale che tardava ad arrivare. Ai microfoni di uefa.com Nicolò Zaniolo ha raccontato aneddoti e emozioni del suo primo anno da professionista: dall’esordio con il Real Madrid al Bernabeu alla doppietta negli ottavi di finale contro il Porto. In un anno le emozioni di Zaniolo con la Roma sono state tantissime e anche con un allenatore diverso in panchina la sua importanza in questa Roma non è mutata, anzi ne è quasi diventato un punto di riferimento. Ecco le sue parole:
IDOLI – “Da bambino avevo due idoli nel mondo del calcio: uno era Kakà, che alla fine giocava più o meno nella mia stessa posizione, l’altro Ronaldinho. Guardavo le partite del Barça o del Milan solo per vederlo, il suo era un calcio divertente. Sognavo di diventare come loro, oggi so che posso dare tanto alla mia squadra ma, allo stesso tempo, anche che ho ancora molto da fare. Agli altri giovani dico: inseguite i vostri sogni, insistete fino a quando non riuscirete a realizzarli”.
L’ESORDIO AL BERNABEU – “Di Francesco venne alle 11 di mattina a dirmi che avrei giocato titolare, la partita era alle 21. Passai 10 ore a guardare il soffitto, ero felicissimo ma provavo una sensazione strana. Da un lato sapevo che, se il mio allenatore aveva deciso così, allora un motivo c’era di sicuro. Gli avevo detto che mi sentivo pronto, però non avevo idea di ciò che mi aspettava”.
LA DOPPIETTA CONTRO IL PORTO – “ Per me una partita di quell’importanza era qualcosa di assolutamente nuovo, sono felice di aver fatto doppietta. Ma non credo basti quello per parlare di una mia consacrazione…”
LA 10 DI TOTTI – “I paragoni con Totti? Di Francesco ce n’è solo uno, il fatto che mi accostino a lui mi fa emozionare ma io sono Nicolò Zaniolo. Se la Roma mi offrisse la 10, non la accetterei. E’ una questione di rispetto…”