De Paul: “L’Inter? Conte tra i primi tre al mondo! Il mio addio all’Udinese una doppia festa! Su Milito e Lautaro…”

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Tutta la verità di Rodrigo De Paul ad Alfredo Pedullà nell’intervista per il Corriere dello sport. Sarà sicuramente uno dei calciatori al centro della prossima sessione di mercato e di quella successiva, qualora non dovesse chiudersi l’operazione. Tante le domande a cui si è sottoposto il centrocampista friulano: dall’Udinese al suo ruolo, passando per Conte, Gotti e il suo prezzo: “Fino a quando sarò qui darò tutto me stesso, scaricherò il contachilometri, chi mi conosce lo sa. L’Udinese mi ha dato la numero 10, mi ha portato qui e vuoi che dimentichi?”

RUOLO – “A due o a tre in mediana, rigorosamente mezzala. Con l’Argentina funziona a due, accanto a me Paredes. Con l’Udinese a tre, ma sono dettagli – continua Rodrigo De Paul  Chi mi prende sa che tipo di ragazzo sono e la disponibilità che offro. Tutti gli altri ruoli ci stanno, si può provare, ma mi vedo soltanto in quella posizione”.

CONTE – “Ho fatto la premessa. Gratitudine, l’Udinese mi ha regalato un sogno italiano e mi ha responsabilizzato con una maglia che pesa tantissimo. Detto questo, stai parlando di un allenatore, Conte, per me tra i primi tre al mondo. E basta quello che mi dice Lautaro… È felice, sta bene all’Inter, si sente al centro del mondo nerazzurro, ha trovato un allenatore che gli ha trasmesso fiducia totale. E si vede”.

PREZZO – “Se valgo tutti quei soldi lo dite voi giornalisti, e non mi sembra un discorso fondamentale”.

MILITO – “Chiaramente non ti svelerò cosa ci diciamo con Diego, sono abituato ai suoi consigli. Abbiamo giocato insieme per qualche mese, un onore, prima che lui smettesse. Quindi, il rapporto è rimasto. Esattamente, come dovresti sapere, che il vice allenatore della mia Nazionale è Walter Samuel, il muro. E il Meazza, dopo la Dacia Arena, è lo stadio che mi regala emozioni fortissime. Ho letto che vorrebbero abbatterlo per costruire uno nuovo, ma come si può?”.

GOTTI – “Trasmette serenità. Lavoriamo tatticamente, lui ha passione, ci spiega tre, quattro, cinque volte, sei volte cosa dobbiamo fare. Ne avevamo bisogno”.

ADDIO UDINESE – “Una doppia festa. La mia perchè posso fare il grande salto. Quella di un club orgoglioso di avermi lanciato in tal senso. Sono due condizioni per me imprescindibili. Il modo migliore, ideale, per abbracciarci e per non vivere di rimorsi”.