
Pinamonti e il Genoa: nuova avventura per l’attaccante scuola Inter che si è confessato a Il Secolo XIX dopo la prima amichevole. Tanti i temi trattati dall’ex Frosinone: la scelta, quali sono gli obiettivi per la prossima stagione, il mister e i compagni: “Subito tre gol, sono felice. Col Genoa voglio migliorare il mio bottino, fare una gran stagione. Le pressioni? Non mi spaventano, mi stimolano. Col Genoa è iniziata bene, lavoriamo tanto, la condizione non è ancora al top, ma si sono viste alcune giocate che chiede il mister. E io sono felice della mia prova e per i gol”.
Continua Pinamonti: “Perché il Genoa? Mi voleva da tempo, poi forse l’interesse è aumentato dopo il mio bel Mondiale. So che è una piazza importante, il mio agente Mino Raiola mi ha detto che mi volevano fortemente, è stato facile capire che è il club giusto. Obiettivo? L’anno scorso sono andato a Frosinone per trovare minutaggio in A perché all’Inter non era facile trovarlo e ho fatto 5 gol. Ora voglio giocare più minuti possibile e migliorare lo score dell’anno scorso. Come squadra, credo che il Genoa non meriti di lottare per non retrocedere fino all’ultima giornata, c’è tanta voglia di riscatto, abbiamo i mezzi per fare un campionato tranquillo. Piatek? Fece 5 gol alla prima amichevole l’anno scorso? Ci metterei la firma a segnare come lui. Ma ora penso solo a migliorarmi. Pressione per i 18 milioni e il ruolo di dopo Piatek? La responsabilità è stimolante, mi piace essere sotto pressione, do il meglio, voglio fare una grande stagione”.
Le ultime considerazioni: “Andreazzoli? Chiede di giocare sempre la palla, mi piace la sua idea di calcio, parla molto con noi, ci insegna tanto, con lui si può migliorare molto. Modello? Sin da bimbo Ibra: lui rappresenta dove vorrei arrivare. E poi Icardi, con lui ho lavorato da vicino, ho studiato i suoi movimenti ma non so a chi somiglio. Ibra? Non gli ho mai parlato, è negli USA, ma chiederò a Raiola di farmelo conoscere. E sul fianco mi sono tatuato il mio motto, una frase di Jordan: ‘Mai dire mai perché i limiti come le paure sono un’illusione‘. Mai mollare, bisogna inseguire i propri sogni. Ruolo? Da piccolo giocavo pure a tennis, mi piace. Ma preferisco il calcio e sono sempre stato attaccante, il gol è tutto, la parte principale del gioco: possono esserci momenti dove non arrivava, altri in cui entra tutto. E quando ti sblocchi diventa tutto più emozionante. Arciere di Cles? In Primavera un anno fa esultavo da arciere e ho fatto tanti gol. Ma non so come esulterò quest’anno, è una sorpresa”.
“Rigori? Sì, diciamo che è difficile tirare con lo scavetto (sorride, ndr). Su rigore è più difficile, se sbagli fai brutta figura, ma su azione corri meno rischi. Pandev mi dà consigli? Lo lascio stare la sera perché siamo stanchi (ride), ho sempre tifato Inter, l’anno del Triplete era tra i miei idoli, ora mi insegna tanto (sono in camera insieme, ndr). E se hai feeling vai meglio anche in campo. Gli attaccanti? Ho giocato in Primavera con Kouamé, ho sfidato spesso Favilli e con Sanabria c’è ottima intesa”.