Pagelle Italia Euro 2020: super Donnarumma e Chiesa, Chiellini insuperabile

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Pagelle Italia Euro 2020 – Un trionfo atteso quindici anni dopo il successo azzurro nel 2006: l’Italia è sul tetto d’Europa grazie alla forza del gruppo, alla complicità e alla carica emotiva di ogni singolo componente di questa fantasista avventura.

Super Donnarumma dagli undici metri, capace di disinnescare prima la Spagna, poi l’Inghilterra in finale. Da applausi anche la coppia centrale Chiellini-Bonucci, così come va sottolineato il grande Europeo di Spinazzola (fermato solamente da un brutto infortunio) e Di Lorenzo, solido e agguerrito in fase difensiva.

Centrocampo perfetto, arricchito dalla classe e geometrie di Jorginho e Verratti e dal dinamismo di Barella. Da applausi anche per Pessina e Locatelli, decisivi soprattutto a partita in corso. Europeo devastante per Federico Chiesa, letale nei suoi strappi e ripartenze: bene anche Insigne e Berardi, così come Immobile e Belotti, a prescindere da una seconda fase di torneo leggermente sottotono.

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DONNARUMMA 8,5: abbassa la saracinesca e ci trascina sul tetto d’Europa. Perfetto, decisivo, sontuoso. Trionfa anche come migliore giocatore dell’Europeo. Paratutto.

DI LORENZO 6,5: poca fase offensiva, ma grandissimo apporto in fase di contenimento e in fase difensiva. Non concede quasi nulla lottando con grinta e determinazione su ogni pallone. Di qui non si passa.

BONUCCI 8: annulla ogni singolo attacco avversario e timbra il gol del pareggio in finale contro l’Inghilterra. “Leo, è la notte più bella della tua carriera? Porca putta**, sì”. Si carica la difesa sulle spalle, attaccate l’area di rigore e sciacqua la bocca agli inglesi nella notte di Wembley. Invasore.

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CHIELLINI 8,5: per superarlo bisognerebbe cambiare sport. Torneo mostruoso: grinta, carica emotiva e una strana serenità figlia di un atteggiamento da leader assoluto. In quei sorrisi, forse, c’era la convinzione di potercela fare davvero. Alzala in alto, mentiroso.

SPINAZZOLA 8: la sorte ha deciso di giocargli un altro brutto scherzo mettendolo ko nella sfida contro il Belgio nei quarti di finale. Europeo magico: abbina quantità a qualità, punta e salta l’uomo creando superiorità. Se non si fosse fatto male, molto probabilmente, avrebbe vinto il trofeo di miglior giocatore del torneo. Pendolino

BARELLA 7: solita grinta e quantità, ma il gol contro il Belgio ha sottolineato (per chi ancora non l’avesse capito) che Barella ha anche grandissime qualità tecniche. Ditegli che l’Europeo è finito, basta correre! Robot

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JORGINHO 7,5: per mettere in fresco una birra potreste aprire il frigorifero o poggiarla direttamente addosso al centrocampista azzurro. Freddo e glaciale nel gestire il gioco davanti alla difesa, sereno e implacabile dagli undici metri contro la Spagna. L’errore dal dischetto in finale contro l’Inghilterra serve solo per ricordarci che è umano anche lui. Gelido

VERRATTI 7,5: inizia l’Europeo non al meglio con qualche acciacco fisico, poi cresce partita dopo partita. Non era facile riprendersi il posto da titolare dopo le ottime prestazioni di Locatelli: crea e dirige il centrocampo, spezza il gioco e corre incontro gli avversari senza mai tirare indietro la gamba. Se c’è da fare la guerra risponde sempre presente. Terremoto

INSIGNE 7,5: un Europeo di qualità e sacrificio, abbinato a una maturità tattica da veterano assoluto. Stop, dribbling a rientrare e “O tir a girrr”. Mamma mia uagliò!

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CHIESA 8,5: un uragano si è abbattuto su Euro 2020. I suoi strappi palla al piede hanno permesso agli azzurri di creare superiorità numerica e di pungere costantemente le difese avversari. Decisivo contro l’Austria e contro la Spagna, letale anche in finale contro l’Inghilterra, prima che una leggera distorsione alla caviglia lo mettesse fuori uso. Indemoniato.

IMMOBILE 6,5: bene nella fase a gironi, meno brillante con l’inizio degli ottavi di finale. Forse all’Olimpico si sente a casa, ma le chiacchiere e le critiche stanno a zero: il suo apporto non manca anche nel momento chiave del torneo. Bomber.

FLORENZI 6: prima partita da titolare prima di un infortunio, ed Europeo suggellato con l’ingresso in campo per alcuni minuti anche in finale contro l’Inghilterra. Promosso

TOLOI 6: grinta, temperamento e carattere: Mancini ha puntato su di lui per la sua ottima duttilità tattica. Quando chiamato in causa risponde presente. La sua presenza si fa sentire sugli stinchi avversari. Gladiatore.

ACERBI 6: diligente e attento durante l’assenza di Chiellini. Paga un po’ di emozione del grande palcoscenico, ma prova superata in maniera totale. Garanzia.

BASTONI 6: poche sbavature e marcatura a uomo d’altri tempi. Il futuro della difesa azzurra è in bune mani. Vecchio e nuovo stile.

EMERSON PALMIERI 7: non era facile sostituire Spinazzola, forse per questo che il suo finale di Europeo vale ancora di più. Cross al veleno.

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LOCATELLI 7: doppietta contro la Svizzera, geometrie e carattere. Abbina qualità a quantità e scoppia in lacrime dopo l’errore dal dischetto contro la Spagna. Chiellini lo consola e poi lo riabbraccia dopo il trionfale successo di Wembley. Loca Loca

PESSINA 7,5: attacca gli spazi e fa cantare i tifosi italiani contro il Galles e contro l’Austria. E’ lui la rivelazione assoluta di questa spedizione azzurra. Sorpresa.

CRISTANTE 6: compito di copertura e prestazioni perfette quando chiamato in causa. Mancini lo butta nella mischia contro l’Inghilterra per rispondere al gioco fisico degli inglesi. Di qui non si passa.

CASTROVILLI 6: arrivato last minute dopo il ko di Pellegrini, il centrocampista della Fiorentina gioca solo pochi minuti contro il Galles, ma contribuisce alla vittoria di questo storico titolo. Gregario perfetto.

BERNARDESCHI 7: dopo una stagione ricca di polemiche e poche gioie personali, il giocatore della Juventus è rinato sotto la cura azzurra di Mancini. Due rigori trasformati contro Spagna e in finale contro l’Inghilterra: non era facile, ma è il successo del riscatto. Trasformato.

BERARDI 7: bene nella fase a gironi, poi si spegne leggermente dopo l’esplosione totale di Chiesa. Va vicinissimo a un gol straordinario in finale contro l’Inghilterra e segna il primo tiro dal dischetto nella sequenza dei calci di rigore azzurra. Cecchino.

BELOTTI 6,5: sacrificio, corsa e voglia di lottare su ogni pallone. Europeo poco fortunato a livello realizzativo: sbaglia anche il rigore in finale contro gli inglesi, ma poco importa. I suoi movimenti spalancano la strada ai contropiedi azzurri. Gallo d’oro.

RASPADORI 6: una sola presenza nel finale di gara contro il Galles che sottolinea la grande stima di Mancini nei suoi confronti. Aggregato agli azzurri all’ultimo minuto avrà modo di crescere e maturare per poi recitare una parte da sicuro protagonista in chiave futura. Giovanotto sul tetto d’Euoropa.

SIRIGU 7: Mancini gli concede qualche minuto nel finale del match contro il Galles per ringraziarlo del grande apporto umano e d’esperienza all’interno del gruppo azzurro. Motiva Donnarumma prima dei calci di rigore contro Spagna e Inghilterra: forse i miracoli di Gigio sono un poì anche merito suo.

MERET 6: è l’unico dei 26 giocatori a non aver disputato neanche un minuto. Poco importa perchè il suo apporto è fondamentale anche all’interno dello spogliatoio. Il futuro della Nazionale è suo, non c’è da preoccuparsi. Uomo squadra.

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MANCINI, VIALLI E STAFF 9: un percorso lungo tre anni, iniziato tra lo scetticismo generale e concluso (solo momentaneamente) con il trionfo a Euro 2020. Mancini ci ha sempre creduto ribadendolo giorno dopo giorno: “Siamo un grande gruppo. Posso contare su una grande squadra”. Mancio vola sul tetto d’Europa insieme a Vialli e il suo staff. Successo storico avvolto dalle lacrime. Condottiero.