
Marcello Nicchi, presidente dell’Aia, ha parlato della situazione degli arbitri, ovviamente colpiti anche loro dalla situazione globale, e dei cambiamenti che potrebbero esserci al rientro del campionato sul modo di arbitrare.
Nicchi ha precisato come l’intenzione sia quella di stoppare i vincoli geografici per gli arbitri che, a differenza dei calciatori, si devono spostare autonomamente da città in città e che quindi correrebbero più rischi nel contagio.
Cambierà qualcosa anche nella sala Var: non più sei persone all’interno della stanza adibita alla verifica tecnologica dell’arbitraggio e distanze di sicurezza obbligatorie. Ecco le sue parole alla Gazzetta dello Sport.
RIPRESA – “Per ora sono state ipotizzate solo date: il 4 maggio per la ripresa degli allenamenti e fine maggio per il ritorno in campo, stiamo vedendo la luce in fondo al tunnel e io mi auguro che sia possibile riprendere, non solo per il calcio ma per tutto il Paese. Certo, se aspettiamo che i contagi arrivino a zero potremmo non ripartire mai. Un piccolo margine di rischio calcolato ci sarà, ma dobbiamo essere bravi a renderlo minimo attraverso scelte di buon senso”.
ARBITRAGGIO – “Per il settore arbitrale prevedo solo designazioni che comportino viaggi brevi: mi auguro che questa scelta non venga ostacolata da chi vuole fare polemica. Gli arbitri sono pronti, lo dico con orgoglio e convinzione.Gli arbitri si sono allenati tutti, non solo quelli di A, seguendo delle tabelle personalizzate: sono in buona forma e pronti alla ripresa”.
VAR – “Se si riprenderà ci sarà il Var? Sì, la società che si occupa di tutta la tecnologia ci ha assicurato che tutte le sale degli arbitri saranno sanificate e verranno mantenute, all’interno di esse, le distanze di sicurezza. Forse diminuirà il numero di persone. Oggi sono sei, ma potrebbero essere meno“.