Milan in salsa tedesca: il piano rossonero di Rangnick

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Nagelsmann al Milan: un tocco di Germania per il Milan della prossima stagione. Il nome di Rangnick è stato ripreso e accostato più volte sulla panchina rossonera ma la Gazzetta dello Sport ha ipotizzato un nuovo scenario.

La coppia Rangnick-Nagelsmann potrebbe segnare l’inizio della rinascita della compagine meneghina. Lo stesso dirigente tedesco, colui che ha creato il fenomeno Lipsia, pare abbia avanzato questa proposta: anziché diventare un manager all’inglese, ricoprirebbe solo il ruolo di direttore tecnico e di gestione delle giovanili mentre Nagelsmann metterebbe in pratica il suo stile di gioco dalla panchina.

Sogno possibile o irrealizzabile? Il fondo Elliott accoglierebbe a braccia aperte questa soluzione ma tutto dipenderà dal giovane allenatore tedesco il quale sta svolgendo un eccellente lavoro con il RB Lipsia: ha raggiunto i quarti di finale in Champions League, battendo agli ottavi il Tottenham di Mourinho, ed è in piena lotta per il titolo in Bundesliga.

Inoltre, Nagelsmann rispecchia in pieno l’identikit tracciato dal club rossonero, quello di ingaggiare un tecnico giovane e preparato. L’asse tedesco, tra mercato oculato e un’idea di calcio spettacolare, può porre le basi di un nuovo Milan, in grado di tornare al vertice il prima possibile.

Nagelsmann al Milan: l’enfant prodige della panchina

Possiamo definirlo un predestinato della panchina. A soli 32 anni vanta già un curriculum interessante: dopo le esperienze con le giovanili dell’Augsburg e del Monaco 1860, passa nel 2013 all’Hoffenheim.

Compie il grande salto nel 2016 diventando l’allenatore più giovane a sedersi su una panchina di Bundesliga (28 anni). Il suo esordio è stato convincente tanto da conquistare la conferma. Il primo miracolo avviene nel 2017 quando porta il piccolo Hoffenheim ai preliminari di Champions League. Si supera nella stagione successiva raggiungendo il terzo posto in classifica nella Bundesliga.

Lo step successivo si chiama Lipsia. Nagelsmann trova l’ambiente ideale dove maturare ulteriormente e mettere in pratica la sua idea di calcio dove la rapidità d’esecuzione, il pressing asfissiante e l’organizzazione tattica sono i punti cardini. Riesce a valorizzare l’intera rosa, soprattutto Timo Werner che è diventato una macchina da guerra sotto la sua guida.