
Maurizio Sarri è da pochi giorni il nuovo allenatore della Juventus. Un nuovo inizio sulla panchina bianconera che per anni è stata la sua acerrima rivale quando guidava il Napoli. Un allenatore stimato e un intenditore di calcio come pochi al mondo e che forse in Italia non vedevamo dai tempi di Sacchi. Un innovatore. Ma il personaggio Sarri? Bè anche quello meriterebbe un libro dedicato a parte. Scaramantico come pochi, amante delle sigarette come Zeman e poi… una storia bellissima alle spalle. Trent’anni di carriera dalle categorie più profonde del calcio italiano alla vetta d’Europa con la vittoria dell’Europa League con il Chelsea. Ecco per voi 10 curiosità su Maurizio Sarri che sicuramente non sapevate (o almeno non tutte)!

[nextpage title=”Scaramanzia”]
Questa non è una novità probabilmente. La scaramanzia di Maurizio è risaputa e conosciuta un po’ a tutti, ma probabilmente non conoscete tutte le scaramanzie più assurde adottate dal tecnico toscano. Quando allenava il Cavriglia un giorno tardò l’allenamento perché un gatto nero gli aveva attraversato la strada e non voleva andare avanti finché qualcuno non avrebbe attraversato dopo di lui.
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[nextpage title=”La maglietta nera”]
Come detto Sarri è molto scaramantico, prima andava in panchina sempre vestito di nero, perché era convinto che fosse un colore che portava fortuna. Anche adesso indossa spesso una polo scura nelle occasioni importanti.
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[nextpage title=”La scarpe nere”]
Solo scarpe nere per i propri giocatori. O meglio, questa sua regola ferrea riusciva a farla rispettare prima di arrivare nel calcio che conta. A raccontare questa idea di Sarri ci ha pensato un suo ex calciatore, Francesco Baiano: “Ai tempi di Sarri alla Sangiovannese lui aveva vietato a tutti le scarpe bianche, imponeva le scarpe nere. Chi usava altre scarpe finiva in panchina. Pensa che ho visto gente dipingere scarpe nuove di nero per convincere il mister”.
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[nextpage title=”La BMW sfasciata”]
Sempre la scaramanzia. Un suo ex giocatore, Sansovino, ha raccontato anche che “Una domenica dovevamo giocare lo scontro diretto a Chiusi e noi eravamo secondi a 4 punti da loro. La domenica prima Sarri urtò accidentalmente la macchina di un mio compagno, Marco Fara, con la sua BMW Station wagon grigia e poi vincemmo. Così, la domenica della partita contro il Chiusi, appena arrivò al campo, urtò intenzionalmente la sua vettura nuovamente contro quella del povero Marco Fara! Restammo senza parole, ma alla fine vincemmo 2-0”.
[nextpage title=”Infanzia e fede calcistica”]
Da piccolo ha girato da sud a nord l’Italia. È nato a Napoli, ha vissuto fino all’età di 3 anni a Bagnoli dove il padre lavorava come operaio gruista. Si trasferisce nel bergamasco, esattamente a Castro. Qualche anno più tardi si stabilisce (definitivamente) in Toscana, a Faella in provincia di Arezzo. Un suo amico d’infanzia ha raccontato che l’attuale tecnico bianconero intonava l’inno della Fiorentina mentre si faceva la barba.
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[nextpage title=”Passato da calciatore?”]
A differenza della maggior parte dei suoi colleghi, Sarri non è mai stato un calciatore a parte una piccola parentesi a livello dilettantistico.
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[nextpage title=”La mania degli schemi”]
È un vero e proprio maniaco degli schemi su calcio piazzato, ne ha una serie infinita. Ai tempi del Sansovino un giornalista scrisse che usava 33 schemi su palle inattive e da lì cominciarono a chiamarlo “Mister 33″. Sarri poi spiegò che non erano proprio 33, ma sicuramente più di trenta.
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[nextpage title=”Le sigarette”]
Con Zdenek Zeman condivide il vizio per il fumo. In panchina non può fumare, ma nel suo studio o nel tempo libero le sigarette non mancano mai. Lo scorso anno al Chelse i tabloid inglesi hanno fatto una stima e i conti in tasca al tecnico del Chelsea: 80 sigarette al giorno, una ogni 12 minuti, per un totale di 29mila sigarette all’anno e 400 mia euro spesi finora per soddisfare il suo vizio. La stessa somma che Hazard guadagna di stipendio in due settimane…
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[nextpage title=”La letteratura”]
Tra le sue passioni c’è la lettura: Bukowski, Fante, Vargas Llosa sono i suoi scrittori preferiti. Ama molto anche il mare. A Napoli dovrebbe trovarsi bene.
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[nextpage title=”La pizza di Empoli”]
Durante l’avventura a Empoli, il tecnico italiano faceva in modo che i propri ragazzi almeno 10 minuti dopo la fine di ogni gara mangiassero una pizza margherita per poter ingerire carboidrati.
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