Matuidi e l’addio alla Juve: “Era tempo di cambiare. Sarri, Pirlo, CR7 e Beckham: vi dico tutto!”

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Dopo tre anni alla Juventus, Blaise Matuidi ha deciso di lasciare la Juventus per una nuova esperienza all’Inter Miami.

In una lunga intervista a “L’Equipe“, il centrocampista francese si è raccontato a tutto tondo: da come è nata la trattativa, alla Nazionale, passando per il Covid, Sarri e CR7. Queste le sue dichiarazioni (riprese da Calciomercato.com):

I primi contatti sono stati a dicembre. Una persona vicina a Beckham mi aveva chiamato per chiedermi se ero interessato. All’epoca, mi dicevo che era troppo presto nella mia carriera. C’era l’Europeo in vista, non esistevano tutti i problemi del Covid. Per me era ovvio che sarei rimasto alla Juve.

Questa persona torna a giugno dicendomi che il club è ancora molto interessato. David voleva davvero che fossi il primo francese a indossare i colori della sua franchigia. Il contesto era cambiato. La quarantena mi ha fatto capire quanto dovrei pensare alla mia famiglia. Sapevo già che era la mia cosa più cara, ovviamente, ma dopo essere stato rinchiuso per due mesi con mia moglie e i miei figli, come non avevo mai fatto in tutta la mia carriera, il legame è diventato ancora più forte. Mi sono detto che avevo davvero bisogno di divertirmi con i miei figli, di pensare prima a loro, anche se erano molto a loro agio in Italia. Ho guardato indietro, ho ripercorso la mia carriera e ho pensato: ‘Cosa vuoi cercare?’ Forse ora era il momento di cambiare direzione”.

BECKHAM – “Mi ha detto che era molto felice del mio arrivo, che sarebbe stato lì per aiutarmi. Per me è un onore giocare per il suo club. David è un modello esemplare di leggenda del calcio dentro e fuori dal campo. Questo è il tipo di percorso che voglio intraprendere. Oggi vedo la fine della mia carriera, ma guardo oltre. A 33 anni lo devo a me stesso”.

Matuidi allo scoperto: decisione, Covid, Sarri e CR7

PIRLO “Se ho parlato con Andrea? Niente affatto. Tutto è accelerato all’inizio di luglio. Appena ho preso la mia decisione, sono andato a vedere la dirigenza della Juventus, cui ho chiesto di risolvere dall’ultimo anno di contratto. A quel tempo, per quanto ne so, non si trattava di un nuovo allenatore. Il campionato non era finito, stavamo ancora gareggiando in Champions League, ma la mia decisione è stata presa. Inoltre, avrei voluto che non fosse troppo chiaro”.

COVID – “Aver avuto il Covid mi ha fatto riflettere sul senso della vita. Quando vedi tutte queste persone che ci hanno lasciato, che non sai da dove viene questa malattia o come trattarla, ti fai delle domande. All’inizio mi è stato detto che entro due settimane il virus era scomparso. Ho fatto il test una seconda e poi una terza volta, ed ero comunque positivo. Tutt’intorno a me c’era un po’ di panico. È stato bello aver trovato il campo, è vero. Ecco perché non vado a Miami come turista. Ci vado per giocare a calcio”.

SARRI – “Da un punto di vista personale, non ho mai avuto problemi con lui. È un allenatore che lavora molto sulla tattica per affrontare l’avversario. Penso che sia anche una persona timida, che non viene necessariamente naturalmente incontro agli altri… Sappiamo anche quanto sia difficile il mestiere dell’allenatore. Ma se c’è una cosa che mi ha colpito, è stato durante il periodo Covid. Ero in difficoltà e lui mi ha sorpreso perché mi chiamava tutti i giorni per avere notizie. Ho scoperto l’uomo”.

IL COMPAGNO PIU’ FORTE “Sono stato compagno di Neymar, Mbappé, Griezmann, Ibrahimovic e Cristiano Ronaldo: chi è il più grande? Sono tutti fantastici per quello che fanno. Ma se devo sceglierne uno, sarebbe Cristiano, per tutto quello che ha fatto durante la sua carriera e per quello che sta facendo oggi. E’ eccezionale. Sta invecchiando, è vero e ne è consapevole, ma vederlo lavorare come fa, con quello spirito di voler essere sempre il migliore, non ho mai visto una cosa del genere”.