I paragoni per Zaniolo ormai si sprecano, l’esplosione del centrocampista della Roma ha attirato le attenzioni dei maggiori club europei, che ora fanno la fila per il talento giallorosso. L’ultimo accostamento è arrivato da Mancini, che in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera ha paragonato Zaniolo a Pogba:
“Lo avevo seguito all’Europeo Under 19 e, oltre a lui, mi avevano impressionato Tonali, Kean e Scamacca. Zaniolo mi era piaciuto perché è forte fisicamente, arriva spesso al tiro e quando ha il pallone non glielo portano mai via. Perché l’Inter lo ha lasciato andare? A volte coi giovani è difficile capire. Io ci ho visto delle qualità, uno così non lo abbiamo, è completamente diverso da Barella, Jorginho e Verratti. Ha le caratteristiche per essere un interno, il paragone con Pogba ci sta. Adesso però servono calma e pazienza, anche lui andrà in difficoltà”.
Da Zaniolo alla panoramica sui giovani calciatori azzurri, Mancini fa il punto sui futuri talenti della Nazionale:
In Italia ora c’è più coraggio? Sì, ma ce ne potrebbe essere di più, perché sono tanti quelli bravi. Kean alla Juve non gioca, ma sarebbe titolare quasi ovunque. Tonali dovrebbe giocare in A, anche Sensi ha qualità enormi. Pellegri lo seguiamo sempre. I giovani sono il filo conduttore: in due anni possiamo mettere insieme una squadra forte che può fare bene agli Europei. E può giocarsi alla grande il Mondiale del 2022. Con Di Biagio c’è collaborazione, in sei-sette andranno all’Europeo in casa, anche perché abbiamo la possibilità di vincerlo”.
Il discorso si sposta poi sugli obiettivi della nazionale, e Mancini non si tira indietro quando dice di sognare una doppietta Europe-Mondiale:
Europeo e Mondiale? La doppietta non l’abbiamo mai fatta. Il Mondiale fallito ormai è passato, il trauma è superato. L’Argentina con Messi non ha vinto neanche la Coppa America e le altre Messi non ce l’hanno, quindi perché noi non possiamo pensare di vincere l’Europeo? Questa la mia ultima panchina? Se vinciamo Europei e Mondiali magari resto sino a 80 anni”.SU BALOTELLI – “Speriamo che tenga acceso il motore a lungo, perché tutto dipende da lui. Lui sa giocare a calcio. Se fosse quello di dieci anni fa, che correva da tutte la parti sarebbe l’ideale. Ma a 28 anni è ancora nel pieno delle sue possibilità. L’ho gestito per tanti anni e non mi crea problemi. È lui che deve avere la testa a posto come non l’ha mai avuta negli ultimi anni per meritarsi la convocazione. Deve giocare bene, fare gol e stare attento a non farsi ammonire. Non credo che soffra tanto per striscioni e cori, è talmente abituato. Gli anticorpi se li è fatti. Deve capire che tante altre occasioni non ne avrà“.