
Doccia gelata per Rashford, Sancho e Saka dopo i tre rigori sbagliati contro l’Italia, errori fatali per la vittoria azzurra e per l’amara sconfitta dell’Inghilterra. I tre giocatori, subentrati nella parte finale del match proprio per l’esecuzione dagli undici metri, non hanno ripagato la fiducia del ct Southgate.
Prima l’errore di Rashford: conclusione sul palo, poi l’errore, di Sancho (rigore parato da Donnarumma), poi quello decisivo di Saka, ipnotizzato dal portiere azzurro, perfetto nell’intuire la conclusione dal dischetto del giovane attaccante inglese. Triplo errore fatale e Italia sul tetto d’Europa per la seconda volta nella sua storia.
Cosa si nasconde dietro gli errori di Rashford, Sancho e Saka? Perchè i tre attaccanti dell’Inghilterra hanno fallito i rispettivi calci di rigore? Impossibile dare una riposta certa e matematica, ma attenzione a un curioso retroscena. La sensazione è che i tre giocatori inglesi abbiano accusato la pressione, soprattutto Rashford e Sancho, subentrati nella parte finale del match solo ed esclusivamente per battere i calci di rigore.
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Perchè Rashfort, Sancho e Saka hanno sbagliato i rigori: Southgate ha una piccola responsabilità
Come anticipato, la sensazione è che i giovani attaccanti dell’Inghilterra abbiano patito totalmente la pressione essendo entrati in campo solo per l’esecuzione dagli undici metri. La scelta di Southgate si è rivelata fallimentare perchè ha caricato i tre giocatori (23 anni Rashford, 21 anni Sancho e 19 anni Saka) di troppa responsabilità, forse ingestibile a questa età.
Più giustificabile l’errore di Saka, subentrato a gara in corso e non solo per il tiro dal dischetto, troppa pressione per Rashford e Sancho, buttati in mezzo alla mischia a due minuti dalla fine con un grosso macigno sulle spalle troppo grande da supportare.
“Entrate in campo per tirare il rigore”: forse è stato questo il messaggio del ct inglese ai due calciatori, una scelta giustificabile considerate le grandi qualità dei due giocatori, ma contestabile dal punto di vista della gestione delle emozioni. In queste occasioni, spesso, conta di più una forte personalità e abilità nel gestire le pressioni, piuttosto che due piedi accurati e aggraziati.