
Intervista di Gosens rilasciata ai microfoni della “Gazzetta dello Sport”. Il terzino dell’Atalanta ha colto l’occasione per sottolineare il suo punto di vista sulla questione Coronavirus e sulla nuova vita a Bergamo.
Il giocatore ha ammesso: “Al massimo è un’influenza”, mi dicevo. E sono uscito, sono andato al ristorante, ho incontrato gli amici. Non conoscevamo questo nemico e la sua capacità di contagio, lo abbiamo capito solo quando i casi erano già tantissimi. Troppi. Quando ci hanno spiegato il significato di quelle due parole: zona rossa”.
Gosens ha poi aggiunto: “C’è paura. Mi hanno parlato di pagine e pagine dell’Eco di Bergamo piene di necrologi: una cosa spaventosa. E’ stato lì che mi sono detto: “Io e Rabea, la mia fidanzata, dobbiamo parlare: forse è il caso che lei torni in Germania”. Ma è voluta rimanere con me, e insieme abbiamo deciso che restasse”.
Intervista Gosens, l’atalantino: “Ora siamo in pericolo”
L’esterno nerazzurro ha poi concluso: “Mi hanno spiegato che la Lombardia era il centro di tutto, che da nessun’altra parte d’Europa c’erano tanti casi. Quel giorno mi sono detto: ok, prima era a Wuhan, così lontano, e adesso è qui: ora siamo in pericolo…”
Sull’epilogo della Serie A: “Mi chiedo come faranno, quale potrà essere la soluzione che accontenti tutti: davvero non so come finirà. E’ brutto essere smarriti, ma lo siamo”.