
In una lunga intervista, Gattuso si è confessato ai microfoni di Sky Sport.
Tanti i temi toccati, dal passato da calciatore alla sua avventura nelle vesti di allenatore, iniziata da qualche anno.
Il passato è il suo Milan, mentre il presente si chiama Napoli, con la voglia di scrivere pagine importanti della storia del club azzurro.
Queste le parole più importanti dell’intervista di Gattuso.
“Voglio scrivere altre pagine importanti in questo nuovo mestiere. Voglio vincere qualcosa di importante, ma di là dei trofei, mi interessa avere uno stile, coerenza, credibilità, farsi seguire dai propri giocatori”.
L’ex centrocampista del Milan e della Nazionale ha parlato anche di Carlo Ancelotti, suo allenatore ai tempi dei rossoneri e suo predecessore sulla panchina azzurra.
“Carlo è sempre stato un punto di riferimento, sia quando ero giocatore che da allenatore. C’è grande rispetto. E’ successo un qualcosa di strano ma c’è rispetto, mi ha lasciato una grande squadra, tuttora ci sentiamo”.
“Non si può seguire Ancelotti, si fanno solo danni se si vuole imitare uno come lui. Per come gestisce gli spogliatoi, per come ha gestito noi, me, come continua ancora a farlo, lui ha dentro questa dote, essere credibile ed entrare nella testa dei giocatori da 20 anni. Eravamo padre-figlio ad un certo punto, non giocatore-allenatore, e se ho fatto quello che ho fatto tanti meriti sono suoi”.
Ancelotti idolo di Gattuso? Non proprio, il suo idolo di infanzia era un altro.
“Sì, il primo poster che ho attaccato è stato il suo, quello di Salvatore Bagni. Era uno dei pochi che giocava con i calzettoni abbassati, mi colpì, fu uno dei primi schiaffi di mia mamma perché gli rovinai il muro con l’attak”.