Inter, Eriksen: “Qui per fare la differenza! La scelta, posizione preferita e Football Manager: vi dico tutto”

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Il centrocampista danese, in un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, ha raccontato i motivi che l’hanno spinto ad accettare la proposta dell’Inter, squadra che peraltro conosceva già visto che l’ha affrontata nella scorsa stagione in Champions League: “Ho segnato sia all’andata sia al ritorno, ma no, non è per quello che sono qui. Ho giocato diverse volte a San Siro. È uno stadio incredibile. E da fuori l’Inter viene percepita come un grande club. Sono arrivato all’Inter per fare la differenza. Quello che sto vivendo in questi giorni me lo conferma: c’è un gruppo di ottimi giocatori, stiamo lottando con la Juventus per vincere lo scudetto, io sono contento di farne parte”.

POSIZIONE PREFERITA – “Dove posso avere il pallone. Non mi importa dove, con Pochettino l’ho fatto anche in fascia destra. Ma devo stare dentro il campo, devo poter prendere la palla e creare qualcosa, andare lì davanti. Nel centrocampo di Conte si gioca a tre in mezzo ed è un po’ diverso, ma l’importante è avere la possibilità di inventare”.

COLPACCIO A CENTROCAMPO – “No, perché? Negli ultimi anni al Tottenham e anche con la Danimarca sono sempre stato il giocatore chiamato a mettersi le responsabilità più grosse sulle spalle. Sono abituato. E qui all’Inter non cambia nulla per me. Voglio essere il giocatore che fa la differenza, che segna, che crea. Servirà tempo, questo è ovvio, ma nel calcio non puoi aspettare troppo per diventare decisivo”.

PROVINO AL MILAN – “Volai da Odense a Milanello, per due giorni. Provai con la Primavera. Tornando, dentro di me pensavo “vado o non vado?”, l’Italia mi pareva troppo lontana da casa, ero legato alla famiglia. Ma poi non è mai arrivata una risposta a me, se la sono vista i due club”.

SCUDETTO ALL’INTER – “Perché è solo una questione di punti, siamo lì… La Juve vince da tanto tempo, noi vogliamo cambiare le cose. E io sono qui per questo”.

FOOTBALL MANAGER – “Mi piaceva Totti, quindi prendevo la Roma. Poi sono diventato grande e mi sono concentrato su me stesso”.