
Intervista pubblicata su Instagram TV insieme a 21.be. Tanti i temi trattati dal portiere cagliaritano, fresco di rinnovo. La stagione, il tempo libero, la Nazionale, la vita privata. Queste le parole di Cragno: “Il fattore che mi rende felice è la continuità delle prestazioni: non per chissà quale parata, ma per non aver commesso tanti errori. Per un portiere è positivo, il più bravo non è quello che fa più parate, bensì quello che sbaglia meno. Siamo stati anche un po’ sfortunati, dopo la sosta invernale ci sono stati numerosi infortuni. Qui non ci si può lamentare, il sole, il mare… Io mi abituo facilmente alle nuove città, come quando mi sono spostato a Lanciano e Benevento. Mi sposerò con la mia fidanzata, di Cagliari, e la nostra bambina nascerà qui. Ho un rapporto speciale con questa terra”.
Importante nella vita di ogni calciatore è il tempo libero e la vita privata. Una delle sue passioni è Fifa: “Gioco a stagioni online, non a FUT, perché mi incarto con tutte quelle figurine (ride, ndr). Sto usando il Liverpool, butto la palla in avanti che quelli là corrono forte. A volte prendo anche il Cagliari naturalmente. Prima volta su Fifa? È stato molto bello, ma ero inutilizzabile. Ero a cavallo dei 60 punti, a Fifa 12… ma mi schieravo comunque titolare fisso! La mia futura moglie? La proposta gliel’ho fatta a New York, a Capodanno: stavo pensando a un posto, sapevo che il suo sogno era quello di andare nella Grande Mela, e ho unito le due cose. Ci sposiamo a Cagliari, per i legami con questa terra. Il nome della figlia è già scelto… ma non mi dà il permesso di dirlo”.
Qualche considerazione anche sui portieri e gli attaccanti oltre che la Nazionale: “Di portieri in Serie A ce ne sono. Szczesny, Alisson lo scorso anno, Handanovic, lo stesso Sirigu: stanno facendo una carriera ai massimi livelli. Un portiere si può studiare fino a un certo punto, ognuno ha le proprie caratteristiche: chi ha più forza, chi ha più reattività. Prima della partita, cerchi di fare attenzione ai movimenti offensivi dell’avversario. I vari Higuain, Icardi, sono giocatori che non vedi per 80 minuti ma gli basta una mezza azione che ti fanno gol e ti fanno male. Devi sempre stare sul pezzo. Nazionale? Ti ritrovi a far parte della squadra in cui hai sempre sognato di poter essere. Mi sono ambientato facilmente, per merito di chi c’era già, e con una buona metà del gruppo avevo già condiviso le selezioni giovanili. Con i portieri mi trovo bene, Donnarumma e Perin li conoscevo, con Sirigu non avevo mai parlato ma è un ragazzo d’oro”.