
“L’Inter è un club fantastico. Non vedevo l’ora di giocare qui”. Era iniziata così l’avventura di Christian Eriksen all’Inter il 28 gennaio scorso. Parole al miele, giustificate dal momento: la presentazione ufficiale al suo nuovo club.
Poche partite inizialmente, come giusto che fosse, per testarne la compatibilità con il modulo e le idee tattiche di Antonio Conte e le sue condizioni fisiche.
Qualche risposta sul campo era arrivata con i primi gol in Europa League, poi in Coppa Italia e in campionato, ma le sensazioni erano che per lui lo spazio sarebbe stato troppo poco: “Non è funzionale al calcio di Conte”. La cessione nel mercato estivo sembrava scontata, ma l’Inter ha preferito trattenerlo.
Un po’ controvoglia, un po’ forzatamente. Il rapporto tra l’Inter e Eriksen non è sbocciato. Anzi, quello con Conte. E tutte le volte che il danese è stato convocato in nazionale, da settembre a oggi, non ha mai perso tempo per sottolinearlo: “Chiedete a lui perché non gioco”; “Almeno in nazionale gioco e le mie qualità si vedono”; “Voglio giocare, se Conte non mi fa giocare a gennaio vedremo”.

Parole che Conte e l’Inter hanno fatto spesso finta di non ascoltare, finché anche la società ha preso una posizione contro il centrocampista. “Capita che magari ci siano dei giocatori che risultino poi non essere funzionali al gioco.
A gennaio abbiamo colto un’opportunità di mercato, acquistando Eriksen per 20 milioni. Esistono delle difficoltà, ma l’allenatore ha diritto e il dovere di mettere in campo i giocatori che ritiene essere i migliori per quella partita.
Ovvio che a gennaio, se non dovesse prendere parte a delle partite, il giocatore potrebbe essere il primo a chiedere di essere trasferito, ma lo dovremo fare senza nessuna polemica”.
Eriksen, i numeri in stagione
Christian Eriksen, secondo molti tifosi dell’Inter, ha ragione. Il trattamento riservatogli da Conte non è rispettoso e non è giustificato dalle prestazioni. Contro il Bologna, nella 10^ giornata, l’ennesimo smacco: risultato ormai acquisito, 3-1 per l’Inter, e Conte decide di mandarlo in campo al 90′ per giocarsi le sue carte nei 3′ di recupero.

Ennesimo ‘affronto’ ad un giocatore che ci ha provato senza mai avere davvero la possibilità di mettersi in mostra. Anche sei i numeri stagionali un po’ danno ragione a Conte.
Solo 7 presenze su 10, 217 minuti giocati, 13 corner conquistati e 7 sbagliati, 6 cross di prima sbagliati e 1 solo riuscito, 23 duelli in campo di cui 14 persi, 56 palle perse e 19 recuperate.
Eriksen in nazionale
Numeri impietosi e che avvalorano la tesi di Conte che Eriksen non meriti di essere un titolare inamovibile: ma su 217′ in 7 presenze, che altro poteva fare? Una gestione scellerata di un campione che in un’altra squadra farebbe la differenza.
E non è un’ipotesi: con la Danimarca, da quando è arrivato all’Inter 8 presenze e 4 gol. Un rendimento altissimo e che lo ha visto sempre scendere in campo da titolare. Cosa significa? Che in una squadra di media-alta qualità, l’e Tottenham, se sfruttato come come merita può fare la differenza.
Chi ha ragione?
Per molti tifosi dell’Inter ha ragione Eriksen, non Conte. Il campione danese merita un’opportunità, merita fiducia di scendere in campo dall’inizio. In un anno ha collezionato, tra campionato e coppe, 36 presenze con 4 gol e 3 assist.
E verrebbe da dire che è stato più in campo di altri compagni, vero? Ma per quanto tempo? Una presenza non vale per forza 90′ e solo in questa stagione Eriksen non è mai stato in campo per più di 60′. Mai.

Il rapporto con Conte si è deteriorato probabilmente anche a causa delle continue affermazioni molto critiche del danese nei suoi confronti. Errori commessi da ambo le parti che hanno ovviamente portato ad un logoramento della situazione.
Stabilire chi ha torto e chi ragione è difficile perché a Conte si può imputare di non avergli mai concesso troppe possibilità e continuità, allo svedese poca propensione al sacrificio e la mancanza di rispetto verso compagni che probabilmente hanno avuto meno chance di lui.
Quale futuro per Eriksen
Probabilmente questa situazione si trascinerà fino a gennaio quando Eriksen verrà messo sul mercato e cercherà un’altra destinazione, probabilmente non in Italia dove l’Inter vorrebbe evitare di regalare ad una diretta concorrente un giocatore capace di spostare gli equilibri rafforzando una rivale.

Probabilmente la prossima destinazione di Eriksen sarà all’estero: Manchester United e Tottenham ci proveranno così come il Psg, ma non è da escludere che anche in Serie A qualcuno ci proverà.
Conte lo ha voluto, poi lo ha abbandonato quando si è accorto che non gli serviva davvero. L’Inter per Eriksen sarà stato anche un club fantastico, ma in questa storia di fantastico non c’è stato proprio nulla.