Fassone: “Bonucci? Fu un errore ascoltare Montella. CR7 l’ossessione di Mr. Li”

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È un Marco Fassone a ruota libera quello che parla davanti ai microfoni e alle telecamere di Sportitalia. Lo fa senza peli sulla lingua, come uno che, chiusa un’esperienza, quella al Milan di Mister Li, voglia metterne in evidenza e salvarne le cose buone. Almeno quelle poche che i tifosi davvero sembrano non essere disposti a vedere. Parla a carte scoperte e senza giri di parole Fassone e lo fa toccando tutti i temi più importanti che hanno lasciato più di un dubbio ai tifosi rossoneri. Fassone sul Milan e Mr Li ha poco da rimproverarsi, ma sa anche quali sono state le cose che sono andate bene e quelle che avrebbero potuto andare meglio.

SU MISTER LI – “Credo che allora non si fosse reso conto di quanto fosse difficile ripagare il debito contratto per comprare il Milan. Ha sbagliato dando un valore eccezionale alla proprietà, credendo di potersi indebitare per parte della cifra e ripagarsela con il bene comprato. Dopo l’entusiasmo iniziale sono emerse le prime difficoltà e gli ultimi mesi, quando non riusciva mai a completare il rifinanziamento, sono stati complicati. Non l’ho più sentito, ma posso pensare abbia perso circa 250 milioni di euro”.

L’ERRORE BONUCCI – “Prendere Leo forse fu un errore: eravamo sulle tracce di diversi attaccanti di peso con un budget di oltre 70 milioni, ma quando è emersa la possibilità di prendere Bonucci, Montella disse che era meglio spendere parte della cifra per il difensore. Chi erano gli attaccanti di peso? Siamo stati vicini a Morata e Aubameyang e soprattutto a Belotti”.

LA VERITÀ SU RONALDO – “Insisteva e lo voleva a tutti i costi. Ne abbiamo anche parlato con Mendes, perché Cristiano era già disponibile a lasciare il Real Madrid e il Milan è un club di fama mondiale. Gli piaceva, ma l’operazione non era sostenibile e dopo varie simulazioni interne, abbiamo rinunciato”.

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MIRABELLI – “Era il primo collaboratore di Ausilio e ci lavoravo insieme nell’Inter. Vedevo come lavorava e alcuni acquisti fatti da lui all’Inter sono ancora oggi punti importanti della squadra. Cercavo un direttore che volesse scommettere con me, e lui mi disse subito di sì. La mia idea, allora, era affiancare la vecchia volpe Mirabelli a una bandiera come Maldini ma Paolo poi ha fatto altre scelte. Il mio futuro? La nostra vita è fatta di sliding doors. Non è detto che squadre meno blasonate non possano offrire progetti comunque stimolanti”.