
La sessione di mercato che si chiuderà tra due settimane ha visto diversi protagonisti della Serie A andare verso altri lidi come Francia, Spagna e Inghilterra. Tra i trasferimenti che hanno fatto più discutere c’è stato sicuramente quello di Donnarumma che, dopo essersi svincolato dal Milan, ha accettato la corte del PSG.
L’ex portiere del Milan, attraverso un’intervista sul Corriere dello Sport, ha fatto il punto della situazione a oltre un mese dall’addio ai rossoneri. Il campione d’Europa, per prima cosa, ha ribadito quello che è stato il motivo principale della sua scelta: “Otto anni non si dimenticano, ma avevo bisogno di cambiare per crescere, per migliorare e diventare il più forte. Avvertivo la necessità di nuovi spazi, di nuove realtà”.
I colori rossoneri però continueranno a restare nel cuore di Donnarumma: “Non vorrei parlare dell’ultima stagione, non avrebbe senso oggi, cambiamo discorso. Al Milan sono stato otto anni, era casa mia, lì ho vissuto momenti bellissimi. Il Milan ancora oggi mi emoziona, ho grande rispetto per le persone che vi lavorano e per i tifosi. Quando ho saputo che il direttore stava male gli ho scritto augurandogli di tornare in fretta a Milanello, il suo luogo… Ma la vita è fatta di scelte, avevamo ambizioni diverse. Del Milan resterò per sempre tifoso“.

Donnarumma su Raiola e l’accostamento alla Juventus
Donnarumma, inoltre, ci tiene a sottolineare di aver preso la decisione in maniera autonome: “Ci sono decisioni che hanno un tempo di maturazione più lungo. Le scelte professionali le ho sempre prese da solo, la mia famiglia mi ha sempre lasciato campo libero e mi ha sostenuto. La stessa cosa ha fatto Mino. Lui rispetta la volontà dei suoi assistiti al cento per cento, poi naturalmente fa di tutto per soddisfarne le richieste. Me ne sono andato dal Milan e non avevo contatti con altre squadre, lo giuro, ma ero sicuro che con un buon Europeo qualcuno si sarebbe fatto vivo“.
Un’ultima battuta sull’accostamento alla Juventus e sulle parole del giornalista Condò che, se fosse satto un dirigente rossonero, gli avrebbe impedito di firmare per la Juventus: “Condò ha detto che se fosse stato alla Juve non mi avrebbe lasciato andare via? Ho preso altre strade”. Confermato anche l’aneddoto su un suo provino in tenera età alla Juventus: “A Vinovo, è vero. Ma non me la sentii di lasciare casa, i miei genitori. Era troppo presto”.