
Dichiarazioni Lukaku: con la Serie A ancora ferma ai box, i calciatori si rendono protagonisti con le dirette Instagram oppure giocando online a vari videogames. Romelu Lukaku è un appassionato di Call of Duty e ha giocato in compagnia di Bleacher Report, noto sito americano, con cui ha scambiato 4 chiacchiere.
Lukaku ha raccontato dell’ultimo Mondiale dove il Belgio arrivò fino in semifinale e della delusione provata per l’obiettivo sfiorato: “Ero un po’ euforico, siamo arrivati alle semifinali e parliamo di un piccolo Paese di soli 11 milioni di abitanti. Il dolore è arrivato un mese dopo quando ho rivisto tutti i video del Mondiale. Quello è stato difficile, perché pensi che ci sei arrivato davvero vicino. E questa cosa mi ha colpito soltanto dopo“.
Dopo l’esperienza in chiaroscuro con il Manchester United, l’attaccante belga ha deciso di mettersi in gioco in Italia accettando la missione Inter: “Quando mi sono trasferito all’Inter avevo dentro tutta questa energia che intanto era cresciuta. Ed ero un uomo in missione. Mi dicevo: ‘ok, questo sono io, andiamo’“.
Le dichiarazioni di Lukaku hanno compiuto un inversione a U riprendendo la sua prima esperienza inglese con il Chelsea, in particolare il suo rapporto con Didier Drogba: “Lì tutto è accaduto in fretta. Avevo solo 18 anni, avevo appena finito le superiori tre mesi prima, mi ero diplomato e di colpo ero già nel treno per Londra. Lì conobbi Didier (Drogba), stava facendo fisioterapia. Mi disse subito che dovevo mostrargli il carattere ‘Blue’. Da quel giorno cominciammo a parlare ogni giorno per almeno un’ora, prima dell’allenamento, dopo l’allenamento… Lui, Anelka e ogni altro giocatore in quello spogliatoio mi hanno mostrato ciò che serve per diventare la persona che sono oggi. Non era tanto l’allenatore, quanto i giocatori: avevano la mentalità che faceva dire loro: ‘ok, andiamo a vincere’. È stata un’ottima esperienza, ho visto come hanno vinto la Champions League, l’FA Cup e questo mi è servito fino ad oggi“.
