
Dario Hubner è il primo ospite di FantaMasterTV, il nuovo format creato da FantaMaster per affrontare tutti insieme l’emergenza Coronavirus.
L’ex attaccante, tra le altre di Brescia e Piacenza, si è raccontato in diretta sulla nostra pagina Instagram, svelando alcuni aneddoti davvero interessanti.
Questi i punti principali dell’intervista a Dario Hubner per FantaMaster.
QUARANTENA E PLAY-STATION – “Io sono in quarantena da 25 giorni. Abito a Crema e sono vicinissimo a Codogno e da noi è dura. Sono uscito quattro volte per fare la spesa e la zona è veramente critica. Mi diverto a giocare alla Play Station, ma Fifa gioco solo per i primi due mesi. Dopo un po’ smetto perchè devi per forza spendere dei Fifa Points ma per me non ne vale la pena, è da pazzi. Ho fatto 1200 partite, adesso non gioco da un mese. Ho comprato tanti giocatori tedeschi forti e che costano poco. Faccio crescere due squadre, ma dopo un po’ non ti diverti più perchè anche quelli scarsi come me spendono soldi e giocano con i campioni, così è impossibile vincere. Adesso sto giocando a Call of Duty, mi diverto molto e questi giochi sono uno spettacolo”.
FANTACALCIO – “Dal 1999-2000 esisteva già il fantacalcio. Quando giocavo non ho mai pensato di partecipare, da quando ho smesso me l’hanno proposto diverse volte. Mio figlio è malato di fantacalcio, mi chiede spesso consigli. Conta la squadra forte e ci vuole anche fortuna. E’ fondamentale trovare difensori che segnano, se trovi due difensori che fanno gol hai vinto. Il grande bomber è colui che ha a disposizione una squadra che lo faccia tirare in porta. Se non hai i compagni giusti, neanche Messi riesce a segnare. Conta il gioco e chi hai vicino. Higuain al Napoli ha fatto 37 gol, alla Juve ne ha fatti 30, al Milan non tirava mai in porta. Ora alla Juve segna di nuovo, Higuain è sempre lo stesso ma cambiano le squadre. Mi sono trovato molto bene a Piacenza, il gioco in contropiede di Novellino era adatto a me. Avevo due esterni come Gautieri e Di Francesco e un compagno d’attacco come Poggi che giocava per crearmi gli spazi. Magari io ho fatto 24 gol e Poggi 7, ma perchè la squadra giocava per me. Io ho avuto il merito di sbagliare poco ma devo dire solo grazie alla squadra che si sacrificava per me“.
BRESCIA E BAGGIO – “Baggio era uno dei giocatori più importanti al mondo. Quando andavamo anche in trasferta, 1 o 2 venivano in hotel per Hubner, in 300 venivano per Baggio. Anche noi lo vedevamo poco. Noi riuscivamo ad andare in giro tranquillamente, lui doveva stare in albergo perchè non poteva uscire. Io e Baggio eravamo due attaccanti che facevano gol. Quando giocavo con lui, anche al 95′ le partite erano sempre aperte. Però quell’anno lì forse ho segnato più io di lui…“.
CAPOCANNONIERE A PIACENZA – “Il ricordo più bello è stata l’ultima giornata con il Piacenza, abbiamo vinto 3-0, ci siamo salvati e ho fatto due gol diventando capocannoniere. E’ stato un momento bellissimo perchè per noi è stato come vincere uno Scudetto. Essere capocannoniere in Serie A non capita spesso, farlo nel Piacenza è ancora più difficile. Non penso che ce ne saranno altri in futuro, è una cosa bella anche se ho vinto a pari merito con Trezeguet. Di Francesco già da calciatore faceva intravedere le doti da allenatore, sapeva leggere la partita era molto bravo”.
RITIRO CON IL MILAN – “Una sera eravamo a cena con la maglietta bianca del Milan e me la sono sporcata con il pomodoro. Cercavo il magazziniere, ma mi vergognavo un po’. Ho fatto finta di niente, mi sono messo la maglia della tuta sopra. Appena sono arrivato in camera avevo già la maglietta bianca di ricambio sul letto. Ho capito l’organizzazione di un club del genere. Entrare a Milanello, dove ha giocato Gullit, Van Basten, Baresi. Quando entri nello spogliatoio senti questo peso, però è stato bellissimo”.
NAZIONALE – “Nel 2001 l’Italia fece un’amichevole in Inghilterra, Trapattoni aveva tante punte infortunati e sembrava che mi convocasse. Invece ha chiamato Di Natale che era in Under 21. In quel periodo c’erano grandi campioni, speravo di fare un’amichevole non pretendevo di andare ai Mondiali. Nel 2002 è rimasto a casa Baggio, non pretendevo certo di essere convocato io”.
TATANKA – “Tatanka è nato a Cesena, che significa bisonte in lingua Sioux. Per il mio modo di correre un po’ ingobbito, hanno cominciato a chiamarmi bisonte. Poi è uscito “Balla coi Lupi” al cinema, dove il bisonte era chiamato Tatanka e allora è diventato Tatanka”.
MAZZONE – “Mazzone era un mister che ti faceva star bene. Ti faceva lavorare in maniera tosta, ma quando ti diceva qualcosa lo prendevi in parola perchè aveva una grande esperienza. Se parlava, lo ascoltavi e basta. Quando si vinceva arrivava il martedì si arrabbiava e ne aveva per tutti, quando si perdeva arrivava e ti faceva divertire con qualche aneddoto e qualche racconto divertente”.
HUBNER E IL CALCIO DI OGGI – “Faccio il portiere nella mia squadra degli amatori, mi muovo molto poco. E’ bello rivedersi dall’altra parte. Io sono il più anziano della squadra, ci divertiamo, ritmo blando. Sfruttiamo la partita per mangiare la piadina e andarci a bere la birra insieme. Ho provato un paio di volte a fare l’allenatore a livello dilettantistico ma non era il calcio che ricordavo io. Non ci sono più valori, gioca chi paga e chi ha gli sponsor, non mi piace più e allora ho rinunciato. L’attaccante che a me piace è Belotti e tra gli italiani in questo momento non si può non dire Immobile. Loro due sicuramente sono due ottimi attaccanti, ma devono migliorare anche a livello europeo. Devono diventare come un Lewandowski, che fa paura appena scende in campo”.