
I complimenti per Cristiano Ronaldo si sprecano, merito dei suoi numeri in continuo aggiornamento, dei risultati che continua a ottenere, sia dal punto di vista personale che di squadra.
Un leader assoluto, dentro e fuori dal campo, come dimostrano i 12 gol già realizzati in campionato (nonostante lo stop causato dalla positività) che lo tengono al momento in testa alla classifica marcatori.
Un Cristiano Ronaldo dunque che non sente gli anni che avanzano? Non è esattamente così, perchè le statistiche del campione portoghese, se analizzate con una certa attenzione, dicono qualcosa di diverso.
Il paragone tra il CR7 juventino e quello visto negli anni al Real Madrid è infatti impietoso e dimostra un seppur lento, ma comunque evidente, calo nelle prestazioni del fuoriclasse portoghese.
Prima di tutto Cristiano Ronaldo salta l’uomo con molta meno frequenza rispetto ai tempi madrileni: nella stagione 2009-2010, il portoghese tentava il dribbling in media 6 volte a partita, 10 anni dopo questo accade meno della metà delle volte.
Oltre ai numeri realizzativi che sono calati costantemente nelle ultime stagioni, è calata anche la varietà con la quale Cristiano Ronaldo mette a segno i propri gol.
Nella stagione 2014-15, il campione portoghese realizzò a Madrid ben 12 gol di testa, nell’annata passata in bianconero ne ha messi a segno solo 2. Stesso discorso sui calci di punizione: 10 quelle messe a segno soltanto nella stagione 2013-14, mentre in bianconero ha trovato la prima rete soltanto dopo quasi 2 anni dal suo arrivo in Italia.
Cifre che si possono riportare anche sui gol da fuori area di Cristiano Ronaldo: tra la stagione 2009-10 e quella 2015-16 è sempre rimasto in un range tra i 5 e i 7 gol da fuori, mentre nelle prime due stagioni juventine ne ha segnati rispettivamente 1 e 2.
Questo anche perchè, nelle ultime due stagioni juventine, Cristiano Ronaldo è stato riportato maggiormente nel ruolo che aveva in precedenza, ovvero quello di esterno offensivo o prima punta di movimento.
Nell’ultima stagione a Madrid, quella 2017-18, occupava infatti l’area di rigore per quasi l’80% dei 90 minuti di gioco. Percentuale che è scesa poco al di sopra del 60% nelle due annate bianconere.
Come confermato anche dalle zone di campo nelle quali il calciatore tocca maggiormente il pallone: la percentuale nettamente più alta è quella della zona al limite dell’area, segno di come Cristiano Ronaldo partecipi di più alla manovra juventina, ma sia meno presente in area di rigore.
Le somme che si possono tirare da questa analisi sono sicuramente quelle che, andando avanti con l’età, Cristiano Ronaldo abbia adattato il proprio modo di giocare a quelle che sono le sue attuali esigenze fisiche.
Dal punto di vista tattico stiamo vedendo un Cristiano Ronaldo diverso rispetto a quello delle ultime stagioni a Madrid e i numeri si modificano di conseguenza.
Al netto dei cambiamenti, parliamo comunque di un calciatore che ha realizzato fin qui 81 gol in 102 partite con la maglia della Juventus: numeri stratosferici che però, al netto dei calci di rigore calciati in queste due stagioni e mezza, sono in calo rispetto a quelli del CR7 madridista.