
L’annuncio ufficiale è arrivato poco prima dell’inizio della conferenza stampa: Rino Gattuso è il nuovo allenatore del Napoli. De Laurentiis ha scelto lui per il dopo Carlo Ancelotti per guidare la squadra in questa seconda parte di stagione sperando di portarla alla qualificazione alla prossima Champions League. Una scelta anche nell’insegna, in qualche modo, della continuità con Gattuso che cambierà qualcosa, sicuramente, nello schieramento della squadra ma che in qualche modo potrebbe mantenere idee tattiche molto simili a quelle di Ancelotti. Nella conferenza stampa Gattuso ha parlato del momento della squadra, della classifica e si è lasciato andare anche a qualche battuta sul calciomercato con le insistenti voci che vorrebbero Ibrahimovic in azzurro a gennaio. Una conferenza stampa di presentazione fiume a cui ha partecipato anche il presidente del napoli, Aurelio De Laurentiis.
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— Official SSC Napoli (@sscnapoli) December 11, 2019
Conferenza stampa Gattuso: l’allenatore ex Milan si presenta al Napoli
La scelta Napoli
“Dire sì al Napoli è facile, da dieci anni è protagonista in Europa e in Italia. È una grande squadra, mi piace tantissimo e anche i giocatori, che trovo funzionali al calcio che voglio fare. La prima volta che ho visto il presidente è stato domenica sera negli uffici della Filmauro e ho dovuto fare i viaggi in macchina per non essere beccato dai giornalisti”.
Ancelotti

“Io e Ancelotti ci siamo sentiti stamattina. Sono stati due giorni non facili, sapevo che dovevo affrontare una discussione con lui e dire quali componenti dello staff volevo. Per me è stato un papà calcisticamente, ho fatto 400 partite con lui e l’ho sempre chiamato nei momenti di difficoltà, mettendosi sempre a disposizione per me con gentilezza. Oggi ho avuto l’ennesima conferma dell’uomo che è, mi ha detto dove potrebbe migliorare la squadra. Non facciamo paragoni: Ancelotti ha vinto tutto, io sono un allenatore giovane che ha tanto da dimostrare. Spero di fare anche il 10% di quello che ha fatto in carriera”.
Obiettivi
“L’obiettivo è quello degli ultimi anni, andare in Europa. Non voglio alzare L’asticella ma una squadra così non può stare fuori dall’Europa in Champions. Testa bassa e lavorare, riuscendo a vincere le partite preparandole bene: così si riparte. Questa squadra ha l’obbligo di comandare il gioco.Squadra e società mi aiuteranno e viceversa, viaggeremo di pari passo. Pensiamo solo al lavoro, solo così si può uscire da questo problema venuto fuori da due mesi. Miracolo di San Gennaro? L’obiettivo è recuperare i punti che ci mancano per centrare la qualificazione in Champions”.
I risultati e il senso di appartenenza riavvicineranno i tifosi, la strada deve essere questa, magari esprimendo un buon gioco come quest’anno è successo a tratti. Contratto? Chi fa questo lavoro è legato ai risultati. Anche se il presidente domenica mi avesse proposto solo 6 mesi sarei venuto ugualmente. È una grande opportunità. La squadra non si poteva scegliere meglio per ciò che voglio fare, sono tutti funzionali al calcio che voglio proporre“.
Il modulo
“4-3-3? Vediamo, tra due giorni giochiamo e vedremo. Nella testa ho quello però, ci sono i giocatori giusti. Dello staff mancano i preparatori dei portieri precedenti. Poi ci sono due preparatori, Riccio, Innocenti, Sangermani e Tenderini. E io”.
Ibrahimovic

“Non voglio parlare di Ibra, sarebbe facile ora. Voglio discutere dei calciatori che ho ora a disposizione. Quando volete parlare di mercato non fatelo con me, non risponderò: quando un allenatore risponde su questi argomenti manca di rispetto alla squadra che ha”.
Il momento della squadra e le parole di Ancelotti
“Prima di una partita importante come ieri non mi sembrava il caso di chiamare Ancelotti e affrontare determinate discussioni. Penso di aver fatto bene a comportarmi così. Il momento attuale? Non bisogna cercare alibi, penso che ora si debba capire cosa non ha funzionato in campionato. La squadra può migliorare nella linea difensiva e come sceglie di palleggiare. Vedere questa squadra ora al 7º posto crea un po’ di imbarazzo. Le prestazioni non sono state le migliori e la squadra ne è consapevole. Quando parlo di Europa parlo di Champions, e penso che questa squadra ha tutte le carte in regola per arrivarci. Carlo è una persona navigata, sa le cose che può dire a un collega e quelle che non può. Da parte sua c’è stata grande disponibilità e apertura, ma come è giusto che sia me lo tengo per me. La squadra è consapevole che può fare di più, non si aspettavano nemmeno loro di trovarsi così. Ha voglia di rivalsa. Poi sono arrivato sei ore fa, è difficile già dire le mie sensazioni ma sono buone. Mi sono complimentato col presidente perché non mi aspettavo un’organizzazione così ampia a livello di strutture: sono rimasto colpito”.
Le responsabilità di Napoli
“Le responsabilità ora sono maggiori rispetto a quando subentrai a Montella. So che aria si respira in questa città, ma è un mare grande e devo fare attenzione a non annegare. Ma chi mi conosce e sa la mia storia, sa che non ho paura di nulla. Ho la consapevolezza di aver portato grande professionalità anche col mio staff e per ora si parla tutti la stessa lingua. Poi chiaramente serviranno i risultati. A 41 anni venire qui è un motivo d’orgoglio. Ho rifiutato tante proposte perché non mi sentivo pronto e a livello funzionale non mi piacevano le situazioni, qui invece sì. So che c’è molto lavoro da fare, ma mi piace tutto questo. Io vengo dal sud, i miei sono ancora lì. Quando si cresce con la cultura della tradizione si porta avanti quella della propria famiglia, io la sento questa cosa, perciò dico certe cose”.
Il valore della rosa
“La percezione che c’è all’estero del Napoli è molto più importante di quella che si avverte qui. Ci sono calciatori di alto livello che non sono stati venduti per merito del presidente. La qualità è alta. Ma ora devo essere a bravo a capire da solo ciò che non va, non mi devono riportare niente. Mi piace parlare con l’anima delle persone. Oggi l’obiettivo è portare il Napoli in alto, rancori personali non portano da nessuna parte. Ora pedaliamo poi si vedrà in che direzione andare. Ho già un’idea della squadra che manderò in campo, ma non sono passate nemmeno 48 ore della partita. Affrontiamo una squadra carica che va forte, bisogna fare attenzione. I buoni risultati non sono un caso”.
Il valore dei singoli e la squadra
“Insigne? Io punto su tutti. Lui è un patrimonio del Napoli e devo riuscire a trasmettergli fiducia come a tutti gli altri giocatori. È capitano e simbolo della squadra, essendo nato anche in questa città. Devo far esprimere al massimo i miei giocatori. Ci sarà qualche cambiamento di posizione rispetto a prima, ma il resto no. A me non piace giocare con due linee da quattro. Test fisici non ce ne saranno, dobbiamo preparare una partita. So che lo staff di Ancelotti aveva una metodologia non troppo diversa dalla mia, valuteremo la settimana prossima“.
De Laurentiis: “Vi presento Ringhio Star”

“Mi sembra doveroso. Ringraziare Ancelotti che ci ha seguito finora. Io rimango suo amico, lo ero prima e lo sono ora: tra noi c’è un rapporto limpido e sincero. Mi spiace aver letto da qualche parte che tra me e lui ci siano stati dissidi, dissapori o contrasti. Tutto ciò non è vero: l’ho più volte negato. Mi spiace che le cose siano andate così, ma molto spesso tra marito e moglie ci si divide pur mantenendo buoni rapporti. Noi non siamo marito e moglie, abbiamo lavorato però insieme coltivando un sogno. Ci siamo svegliati all’improvviso e io per prendere la responsabilità e per non rovinare anche il suo straordinario Palmares, ho pensato a questa scelta. Non risponderò alle domande: oggi è il momento di Ringhio Starr“.