Juventus, Allegri: “Lascio un gruppo straordinario” | Agnelli: “Max un amico, decisione più sofferta”

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Un addio inaspettato, ma che sembrava annunciato. Allegri dice addio alla Juventus dopo 5 anni con 11 titoli vinti e l’amarezza di due finali di Champions League raggiunte e poi perse. Nella conferenza stampa addio Allegri c’è spazio ovviamente per un po’ di commozione, ma anche di riconoscenza quella del presidente Agnelli e di consapevolezza, quella di Allegri, che sa di aver migliorato una squadra con difficoltà importanti in Champions League prima del suo arrivo.

Un lungo applauso accoglie l’ingresso del tecnico livornese, con Agnelli. Un lunga conferenza stampa durata circa 45 minuti. Il presidente non ha risposto alle domande relative al prossimo allenatore della Juventus, mentre un Allegri molto commosso ha analizzato tutto il quinquennio che gli ha permesso di crescere su tutti i livelli.

Conferenza stampa addio Allegri: le parole di Agnelli

Agnelli: “Non risponderò a nessuna domanda sul nome del prossimo allenatore. Ci sarà un nuovo tecnico, questo è chiaro, ma ancora è presto. Siamo qui per omaggiare Massimiliano Allegri, un allenatore che ha fatto la storia di questo club. È arrivato qui nello scetticismo generale, tra la contestazione dei tifosi. Fin dal primo anno ha avuto tantissimo coraggio, è il tecnico più longevo dopo Trapattoni, è primo nella percentuale di vittorie: ha numeri incredibili e questi sono stati 5 anni bellissimi. Abbiamo progetti importanti, per la prima squadra, per le donne e per l’Under 23. La Juventus deve essere sempre all’avanguardia e ho fiducia in Nedved e Paratici. C’è anche un po’ di tristezza e commozione per il suo addio ma probabilmente era il momento giusto per chiudere uno dei più straordinari cicli della storia della Juventus. Questo è un regalo per lui. (numero 5 con la scritta History Alone)”.

Agnelli sulla decisione: “In un’azienda bisogna prendere le decisioni al momento giusto. Noi viviamo come sempre detto una realtà all’interno, se non si è dentro le dinamiche non si potrà mai sapere perché vengono prese determinate scelte. Senza pensare alle dichiarazioni fatte siamo arrivati alla conclusione che questo era il momento giusto per chiudere il ciclo, con un acuto e un successo come lo scudetto. Questa è stata la decisione più sofferta da quando sono alla guida della Juventus”.

Ancora il presidente: “Siamo tutti quanti utili, nessuno indispensabile – continua il presidente – Quando si affrontano determinati temi si capisce che questa è la decisione migliore per la Juventus. La storia della Juventus è la cosa più importante, siamo tutti quanti utili ma nessuno indispensabile, a partire da me”. 

Agnelli sulla Juve del futuro: “Questa domanda dovete farla a Paratici. Sarà lui a fare la squadra. I ruoli devono essere rispettati e la direzione sportiva è in capo a lui. Ha questa responsabilità e ha anche i suoi obiettivi da raggiungere”.

Conferenza stampa addio Allegri: le parole dell’allenatore

Tra un intervento e l’altro del presidente, un Allegri vistosamente commosso risponde alle domande: “Ringrazio il presidente per le bellissime parole che ha speso, ringrazio i ragazzi per quello che hanno fatto e quello che mi hanno dato. Ci siamo tolti tante soddisfazioni. Lascio una squadra vincente. Domani sera bisogna festeggiare due cose, una è la vittoria dello scudetto e una l’addio di Andrea Barzagli, che lascia. Il professore dei difensori, senza nulla togliere a Giorgio, Leo, Martin e Daniele. La Juventus ripartirà nel migliore dei modi con una società super e dei giocatori straordinari. Però basta. Domani bisogna giocare. Quello che resta sono i 5 anni straordinari”.

L’allenatore sui risultati: “Quest’anno abbiamo portato a casa un campionato e la supercoppa, è stata una stagione straordinaria. A nessuno piace perdere, ma se uno si accontenta di uscire dal campo e dire abbiamo giocato bene e abbiamo perso, non fa per me”.

Sentirsi juventino: “Lo ero anche quando giocava Platini, mi affascinava quando giocava. Quando ha smesso mi sono un po’ distaccato. Ho fatto parte di questa famiglia, la proprietà è qui da 120 anni, il DNA è chiaro e vincente. Sono cresciuto molto qui”.

Futuro del tecnico livornese: “Ora non so niente, domani bisogna andare in campo. Magari una pausa mi farà anche bene, ho bisogno anch’io di riposare, ma dopo il 15 luglio magari comincia a venirmi voglia di lavorare”.

A cura di Massimiliano Fina e Jonathan Manca