
Cicinho si racconta: un fiume in piena. L’ex terzino della Roma, che ha lasciato il calcio due anni fa, ha rivelato a Estado de Sao Paulo la sua brutta esperienza con l’alcolismo… un tunnel dal quale è uscito dopo diverso tempo grazie ad una persona in particolare (la moglie):
“Mia moglie mi ha spinto ad uscirne, mi ha fatto comprendere i miei valori, che avevano Dio al centro di tutto. E da qui è partita la mia trasformazione. Il calcio è stato una fase della mia vita. Ora vivo per mostrare la mia testimonianza e aiutare le persone a non cadere sulla strada in cui sono caduto”.
BERE – “Ho iniziato a bere quando avevo 13 anni, quando sono andato al Botafogo. Mi dissero che la birra era buona ed io ho cominciato. Tutto è iniziato con il primo drink a quel tempo ed è finito quando avevo 30 anni. Ho sofferto di alcolismo per quasi 20 anni. Bevevo più o meno dieci scatole di birra al giorno”.
CALCIO – “Sono sempre stato innamorato del calcio. Quando Dio fa un regalo e non sappiamo come gestirlo, è perché c’è qualcosa che non va. Non avevo più piacere di entrare in campo, allenarmi e concentrarmi. Avevo 30 anni e giocavo con la Roma nel 2010”.