
Intervista a tutto tondo di Leonardo Bonucci sulle colonne de “La Gazzetta della Sport”: “Mancanze? Lo spogliatoio, allenarmi con i compagni, cercare di vincere anche nelle partitelle. Il calcio è uno sport collettivo e un luogo di rapporti umani“.
RIPRESA – “Penso sia stato giusto riprendere, il calcio, specie in Italia, è importante. Certo, ci mancheranni tifosi. Entrare in uno stadio pieno, sentire le reazioni dei tifosi è tutt’altra cosa dall’atmosfera lunare di una gara a spalti vuoti, con un silenzio assurdo.
Ma per gli italiani anche solo vedere in tv la propria squadra del cuore può dare sollievo, può trasferirti la sensazione che presto si ritornerà a vivere una vita normale“.
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CONDIZIONE FISICA – “Sono rimasto favorevolmente impressionato dalla serietà di tutti i miei compagni. Nessuno si è lasciato andare, è arrivato sovrappeso o scarico. La condizione di tutti era già accettabile e poi la preparazione individuale ha fatto il resto.
Da quando possiamo allenarci insieme e fare le partitelle siamo cresciuti. Il mister è soddisfatto, dice: ‘Mi piace quando la palla frulla così…’. Dopo 70 giorni vedere che c’è in tutti la voglia di ripartire testimonia della qualità professionale e umana di questo gruppo“.
SCUDETTO – “Io spero che si arrivi alla fine normale del campionato. Se non fosse così nascerebbero un sacco di storie, polemiche, ricorsi… Io non sono favorevole ad altre ipotesi.
Se ci si ferma, meglio finirla lì e non assegnare nulla. Speriamo di arrivare al 2 agosto e decretare un vincitore. Sperando sia la Juve…“.
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LIONE – “Dovremo essere bravi a non farci condizionare da questo. È facile pensare che troveremo una squadra in difficoltà. Ci giochiamo in una gara il 90% della stagione. È troppo importante per cedere a inutili e pericolose sottovalutazioni.
Anche noi, ad agosto, verremo da un tour de force impressionante. Bisognerà avere il massimo della concentrazione, altroché“.
DIFFERENZE ALLEGRI-SARRI – “Sono evidenti. Allegri è bravissimo a gestire lo spogliatoio, i momenti più difficili di una stagione, a far capire alla squadra come gestire il tempo di un match. Lui, nei suoi cinque anni, in questo è stato un maestro. Sarri è un meticoloso, appassionato di tattica, a cui piace far giocare bene la squadra.
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Ha imparato anche lui, in questi mesi di Juve, cosa significa stare nel mondo bianconero, in cui, per l’esposizione, non viene mai perdonato nulla. Da quando è con noi ho visto una crescita importante. Ha un gran bagaglio di conoscenze calcistiche ma ha saputo mettersi in discussione, ha avuto l’umiltà di capire le dinamiche di questo collettivo.
Sono stato piacevolmente sorpreso, davvero. Abbiamo contatti quotidiani, momenti di confronto. È uno che vuole migliorare. Come voglio migliorare io, capendo il suo calcio. Che è originale, diverso da quelli che ho conosciuto prima“.
PERIODO AL MILAN – “Fu un anno difficile per me. Sia a livello personale che lavorativo. C’erano stati screzi e io, alla fine, specie dopo la sconfitta in Champions, ho preso una decisione poco lucida.
Però devo dire che quella scelta, che certo mi ha condizionato la carriera, mi ha migliorato come uomo. Quei mesi al Milan mi hanno consentito di guardarmi dentro e capire che il mio posto era nella Juventus, in questa che sento come la mia famiglia.
Ho conosciuto al Milan persone belle, prima tra queste Rino Gattuso. È stato un anno difficile. Ma non inutile. Al termine del quale sono stato molto contento di tornare a casa“.
RONALDO – “Come l’avevo lasciato. Lui è un super atleta, grande professionista. Mi ha raccontato quello che ha fatto per mantenere la forma durante la quarantena. Si è presentato in condizione perfetta. Lui non riesce a stupire, è un fuoriclasse, da tutti i punti di vista“.
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AVVERSARIO PIU’ TOSTO – “Non si sorprenda, se le dico Zapata. È grande, spigoloso, ha potenza, è rapido. Quando lo affronto ho un pensiero in più. I grandi giocatori colpiscono appena perdi concentrazione. Lo vedo in allenamento con Ronaldo, Dybala, Higuain, Douglas Costa. Appena sei meno presente, ti fulminano“.
CALCIATORE CON CUI AVREBBE VOLUTO GIOCARE – “Ibrahimovic. Mi sarebbe molto piaciuto giocare con lui. È un leader, ha personalità, è forte. Sarebbe stato bello affrontarsi in allenamento.
Ha una faccia da duro, ma è una persona buona. In campo i giocatori che hanno carattere, che sono sempre animati dalla voglia di vincere ti regalano stimoli unici. Ed è quello che cerco, sempre. Stimoli, per migliorare“.
