Acerbi a Fantamaster.it: “Futuro alla Lazio? Deciderò il meglio per me. Ronaldo? Più difficile marcare Higuain”

www.imagephotoagency.it

SCARICA GRATIS l'App di FantaMaster e crea la tua Lega di Fantacalcio!

In esclusiva ai microfoni di Fantamaster.it è intervenuto il difensore della Lazio, Francesco Acerbi.

Un’occasione per parlare insieme del passato, con la dura lotta contro la malattia, del presente alla Lazio e del futuro, che il difensore tiene aperto a ogni possibilità.

Ecco tutto quello che ha raccontato in esclusiva per noi, Francesco Acerbi.

QUARANTENA – “Sono da solo e mi sa che ci rimarrò ancora per un po’. Cerco di far passare le giornate allenandomi e guardando film. Cerco di tenere degli orari regolari e mi sto abituando ai ritmi di queste giornate. Mi tengo abbastanza informato, anche se purtroppo le notizie sono simili ogni giorno. Si spera che la situazione migliori e finisca presto”.

EMERGENZA CORONAVIRUS – “E’ difficile dover stare a casa e non poter fare la vita di sempre. Essere obbligati a fare qualcosa non è mai bello, ma questa è una situazione che va oltre. C’è ancora gente ignorante che se ne frega e questo mi dispiace perchè non è giusto nei confronti di chi sta male e soffre. Finchè non toccano i loro familiari va tutto bene, ma bisogna sempre pensare anche alle altre persone”.

LEONE – “Un mio compagno a Pavia dieci anni fa che chiamava tutti leone. Non è una cosa a cui ho dato molto peso, ma dopo la malattia ci ho ripensato e allora ho deciso di tatuarmi il leone addosso. E’ un animale che mi piace e rispecchia anche un po’ il mio carattere. Mi rivedo nel leone”.

RIGORISTA – “Ognuno ha il suo ruolo, alla Lazio c’è chi è più bravo di me a calciare i rigori. Se capitasse l’occasione, sicuramente non mi farei problemi a calciare. A Sassuolo andavo io tranquillamente, magari un po’ d’ansia c’è ma non abbastanza da non farmi calciare”.

MALATTIA – “Mi sono legato moltissimo a un bambino che è insieme a me nell’immagine profilo di Whatsapp. Purtroppo si tratta di un bambino che aveva una rara forma di cancro alla testa non guaribile, eppure era sempre felice e sorridente. Il papà mi ha raccontato che il piccolo aveva capito che non avrebbe avuto molto tempo a disposizione, ma nonostante questo era sempre allegro. Mi ha dato una forza incredibile per affrontare la malattia. Personalmente non ho mai avuto paura e non mi sono mai pianto addosso, grazie alla mia famiglia sono stato molto forte”.

RITORNO AL CALCIO – “Quando sono guarito dalla malattia, ho sofferto d’ansia pensando a tutte le cazzate che avevo fatto prima. Nonostante la mia superficialità, ero riuscito ad arrivare dalla C2 al Milan in tre anni. Dopo essere guarito ho deciso di mettere un punto e ripartire, non sono un supereroe e anche io ho le mie paure. Cerco però di fare le cose per bene e crescere come uomo”.

SPOGLIATOIO – “Prima avevo un carattere più burrascoso, ora cerco di entrare più nella loro testa. Osservo molto e voglio far capire ai compagni che non si devono buttare via. Le qualità ti portano fino a un certo punto, ma poi ci vuole qualcosa in più”.

NAZIONALE – “Sono consapevole di essere lì perchè me la voglio giocare, prima non mi interessava nulla. Il gol contro la Bosnia? Per me finisce tutto lì, sorrido, festeggio, ma il giorno dopo si ricomincia da capo”.

CHE COS’E’ IL CALCIO – “Il calcio mi ha insegnato che c’è sempre un modo per risalire. Nelle partite c’è sempre una seconda possibilità, è una sfida continua. Non è solo calcio, ti insegna a non demoralizzarti mai ed è sempre un’occasione per crescere. Devi mantenere un equilibrio, perchè ogni calciatore ha dei sentimenti e c’è il rischio di non riuscire più a rialzarsi quando le cose non vanno bene. Bisogna lavorare sulla propria testa per non vanificare tutto”.

LOTTA SCUDETTO – “Con le qualità che abbiamo, è giusto stare lì in alto. Abbiamo dimostrato anche gli altri anni, con alti e bassi, di essere una squadra di vertice. Quest’anno abbiamo trovato continuità e quello che stiamo facendo è tutto meritato”.

FUTURO – “Futuro? Non so neanche cosa farò domani mattina… Vorrei fare l’allenatore, questo mi piacerebbe. Per quanto riguarda il futuro immediato, non lo so. Forse rimarrò alla Lazio tutta la vita o forse no. So cosa voglio fare io, so cosa è meglio per me. L’importante è essere sempre coerenti con sè stessi e coscienti delle proprie decisioni. Arriverà il momento giusto per tutto e vedremo cosa mi riserverà il futuro”.

ATTACCANTI PIU’ FORTI – “I più difficili da marcare sono Ibrahimovic, Higuain e Dzeko. Ronaldo? No, come attaccante centrale gli altri mi hanno messo più in difficoltà”.

RIPRESA DEL CAMPIONATO – “Penso che alla fine si ritornerà a giocare, non so quando ma riprenderemo. Sicuramente sarà a porte chiuse, però abbiamo da fare solo 12 partite. La preparazione fisica va fatta fino a un certo punto, devi andare subito forte perchè il campionato finisce subito. Sarà un mini campionato, che è una cosa completamente diversa”.